La frattura del coccige, o coccige rotto, è una condizione generalmente avviene a seguito di una caduta all’indietro che si verifica su un pavimento scivoloso come può essere un pavimento bagnato o una superficie ghiacciata. Tale patologia colpisce maggiormente il sesso femminile anche perché tra un’altra delle cause che può portare a una frattura di coccige è il parto. La frattura al coccige, sebbene rara, si evidenzia con un dolore che prende il nome di coccigodinia ovvero un dolore persistente localizzato al livello del coccige, un piccolo ossicino attaccato all’osso sacro, che peggiora nelle attività in carico e soprattutto nel mantenimento della posizione seduta. Se pensi di essere stato colpito da una simile patologia o hai dolore al coccige e all’osso sacro e vuoi assicurarti di non esserti rotto il coccige leggi questo articolo.
Ti chiederai: “cos’è la frattura del coccige? Devo preoccuparmi?
Iniziamo a capire cos’è il coccige. Il coccige è l’ultima vertebra del nostro rachide. Pur non avendo la forma di una vertebra vera e propria questo segmento anatomico si sviluppa al livello filogenetico insieme al resto del rachide costituendone la parte finale. Attraverso una vera e propria articolazione si attacca inferiormente all’osso sacro diventando parte integrante del complesso sacro-coccigeo. Le sue funzioni fondamentali sono quelle di proteggere la parte finale del midollo osseo, supportare il peso del corpo in posizione seduta creando una sorta di tripode d’appoggio insieme alle tuberosità ischiatiche e serve infine come superficie di inserzione muscolare, legamentosa e tendinea. Proprio a causa della sua posizione, della sua esposizione e della sua intrinseca fragilità, è una struttura che, in caso di traumi diretti (scivolate con urto del sedere a terra, traumi sportivi negli sport di contatto tipo ginocchiate e parto) può andare incontro a frattura franca il cui trattamento è generalmente conservativo.
Le cause della frattura al coccige, come abbiamo precedentemente detto, sono generalmente di origine traumatica. La causa più riscontrata di frattura del coccige è quella di una caduta all’indietro su una superficie dura, causata generalmente da un pavimento scivoloso perchè bagnato, ghiacciato o un pavimento sporco (buccia di banana). È stato stimato infatti che l’incidenza di fratture al coccige è molto più elevata in inverno a causa del ghiaccio, piuttosto che nelle stagioni più calde. Oltre alla causa puramente traumatica dovuta ad una scivolata all’indietro, il coccige si può rompere anche per traumi diretti molto comuni in tutti quegli sport che prevedono un intenso contatto fisico come il calcio, il football, il rugby etc.. Un’altra causa molto comune di frattura al coccige è il parto. Questo spiega in parte la maggiore distribuzione di tale patologia nel sesso femminile. Il bambino infatti, soprattutto in parti distocici, tende fisiologicamente ad assumere posizioni che potrebbero, soprattutto su un soggetto predisposto, determinare una così forte pressione da superare le capacità di carico del coccige stesso fino a romperlo. Oltre che per il parto la frattura del coccige sembra essere causata nel sesso femminile anche a causa dei numerosi casi di osteoporosi precoce. Oltre che l’essere di sesso femminile anche l’età prepuberale sembra essere un fattore di rischio per la frattura di coccige dal momento che soprattutto tra i 10 e i 14 anni la struttura scheletrica ancora è in fase di sviluppo e non è ben formata pertanto bastano, in un’età in cui è tanto frequente l’attività sportiva dei microtraumi per fratturarlo. Sempre nell’età compresa tra i 10 e i 14 anni si potrebbero verificare delle fratture da avulsione ovvero distacchi parcellari di osso a causa di vigorose attività fisiche. Sempre rimanendo sul sesso maschile, seppur estremamente rara, si potrebbe verificare una frattura da insufficienza ovvero a causa di osteoporosi, soprattutto in tarda età in cui a questo fattore si aggiunge anche quello delle frequenti cadute per problemi di equilibrio.
I sintomi tipici della frattura al coccige sono riassumibili nella parola coccigodinia. Il termine coccigodinia significa dolore al coccige, infatti, il sintomo più comune è proprio quello del dolore localizzato sul coccige. In primo luogo, ovvero al momento del trauma diretto o indiretto, sentiresti un forte dolore localizzato nella zona coccigea appunto. Qualora avessi il coccige rotto, infatti, sentiresti un dolore persistente dolore localizzato sulla parte terminale dell’osso sacro in corrispondenza della linea interglutea. La rottura del coccige come tutte le fratture, inoltre, peggiora con l’aumento del carico, ad esempio, peggiorerebbe facendo sport oppure mettendosi seduti su una superficie rigida mentre migliorerebbe con il riposo e scaricando la zona, ad esempio, mettendosi pancia sotto al letto. La rottura del coccige generalmente non da sintomi irradiati ma qualora il trauma iniziale fosse stato un trauma ad alta intensità (ad esempio una caduta dalle scale o un incidente in moto) allora tale sintomo potrebbe irradiarsi coinvolgendo altri distretti ad esempio, infatti, potrebbe esserci una frattura dell’osso sacro. I sintomi di una frattura all’osso sacro sarebbero ben più gravi con implicazioni di tessuto nervoso e del complesso ginecologico (problemi di incontinenza, dolori irradiati lungo la gamba o nella zona perineale). I sintomi legati alla rottura dell’osso sacro determinerebbero l’immediata necessità di consulto medico.
La diagnosi di una frattura al coccige non è una pratica così scontata. La rarità di tale presentazione clinica ne determina la difficile diagnosi. Senza dubbio un fisioterapista specializzato in disordini muscoloscheletrici sarà la persona giusta ad indicarti la patologia di cui stai soffrendo oltre che il percorso di cura migliore da seguire. La diagnosi è prevalentemente clinica, infatti, andando a vedere il meccanismo scatenante (ad esempio la caduta all’indietro o il parto) e la zona di dolore, la patologia sottostante diventa di facile comprensione. La conferma diagnostica definitiva si avrà attraverso una lastra o attraverso una TAC che il tuo medico di riferimento potrà comodamente prescriverti qualora ne valutasse l’esigenza. Una volta raggiunta la diagnosi medica sarà necessario attivarsi il più precocemente possibile per svolgere un trattamento personalizzato sulle tue necessità.
Qual è la terapia adatta in caso di coccige fratturato?
Quando un paziente ha ricevuto una diagnosi corretta, il trattamento è nel 90% dei casi, di tipo conservativo. Il fisioterapista, d’accordo con il medico curante, prenderà in carico il paziente svolgendo tutto quel fondamentale processo educativo e gestionale nei confronti della patologia. Il fisioterapista sarà in grado di consigliarti quali posture adottare per migliorare il tuo dolore, così come sarà in grado di consigliarti come gestire le tue attività di vita quotidiana e il tuo lavoro. Quando il dolore e la riparazione biologica spontanea lo permetteranno il fisioterapista inizierà a mobilizzare a fine antalgico la zona limitrofa, trattando eventuali disordini associati (contratture muscolari lombari, dolore durante il movimento). Quando lo sviluppo della patologia lo permetterà sarà il fisioterapista a indicarti, in maniera graduale e costante come riprendere l’attività fisica, preparandoti specificatamente per il tuo sport di pertinenza. Qualora il trattamento conservativo dovesse fallire o il recupero fisiologico fosse troppo lento (oltre un mese e mezzo) per determinare un netto miglioramento della sintomatologia, allora in accordo con il medico di riferimento, si può iniziare una cura con agenti antinfiammatori non steroidei. In particolare, possono essere utilizzate anche iniezioni epidurali di steroidi o anestetici locali pericoccigei e/o steroidi se i suddetti trattamenti non sono sufficienti. Come passo successivo, delle iniezioni pericoccigee associate a manipolazioni (cioè, flessioni ed estensioni ripetute del coccige per 1 minuto) in anestesia generale hanno riportato un tasso di guarigione dell’85%. Questo tipo di patologia e i suoi relativi trattamenti espongono, soprattutto se trattati solamente dal punto di vista farmacologico, a un tasso di recidiva del 21% che si riduce se oltre al trattamento farmacologico viene invece prescritto quello fisioterapico di ricondizionamento e riadattamento. Per i pazienti che non mostrano una risposta alle misure di cui sopra, può essere indicato un intervento chirurgico (coccigectomia). La coccigectomia è stata utile, con tassi di successo del 60%-91%. Tuttavia, la coccigectomia è una procedura più invasiva, con un tasso di complicanze fino al 22%, solitamente associato alla contaminazione perineale della ferita. Altre complicazioni potrebbero includere sanguinamento persistente dal complesso venoso emorroidario del retto. Inoltre, in un paziente molto magro con sacro cifotico, la componente residua del sacro può essere fonte di dolore persistente così come in un paziente debilitato in cui può esserci anche un aumento del rischio di formazione di ulcera da decubito. Le nuove tecniche utilizzate in chirurgia prevedono invece la vertebroplastica e nei casi di frattura la sacroplastica. Questa procedura teoricamente può essere utile per i pazienti refrattari indicando un tasso di successo più elevato rispetto alla coccigectomia con un minor tasso di complicazioni.
I tempi di guarigione di una frattura al coccige sono variabili. Come tutte le fratture il tempo di guarigione biologico oscilla tra il mese e mezzo e i due mesi ma tale variabile è influenzata da età, presenza di comorbidità, gravità della frattura, eventuali lesioni associate, precocità del trattamento conservativo e tipologia di eventuale intervento chirurgico. Al netto di tutti questi aspetti, le cause più frequenti di frattura del coccige ovvero il parto nel sesso femminile e le cadute all’indietro nella mezza età, hanno una prognosi favorevole che col trattamento conservativo porta a una completa risoluzione della patologia e ad un ritorno nel breve termine (1 mese) a tutte le attività di vita quotidiana e lavorativa, nel medio e lungo termine (da 2 a 4 mesi) al recupero completo anche dell’attività sportiva. Il tempo di guarigione è estremamente legato alla precocità dell’intervento riabilitativo quindi non perdere tempo!
Quindi cosa fare in caso di frattura al coccige?
In caso di coccige fratturato in primo luogo affidati a un professionista competente sarà lui ad indicarti la via migliore da percorrere ovvero se riferirti a un medico qualora il dolore al coccige nascondesse una patologia più grave o prenderti in cura e iniziare il trattamento conservativo. Sii fiducioso del trattamento conservativo, 9 persone su 10 guariscono completamente senza recidive e nei rari casi in cui ciò non dovesse succedere tranquillo, esistono valide alternative terapeutiche altrettanto efficaci, l’importante è non perdere tempo in terapie inutili e potenzialmente dannose in quanto ritardano trattamenti basati su evidenze scientifiche.
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